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P.E.C.: l’importanza di possederne una per l’uso quotidiano

Nell’era in cui viviamo, la comunicazione digitale ha assunto un ruolo preminente e la Posta Elettronica Certificata si è imposta quale strumento cardine per l’invio di documenti e file agli enti pubblici e alle organizzazioni/aziende private. È diventata il fulcro delle trasmissioni ufficiali per aziende, enti e liberi professionisti. Ma i vantaggi di possedere un indirizzo PEC vanno ben oltre: l’intero sistema non è appannaggio solo dell’ambiente “business”, anzi. Sono molti gli argomenti a sostegno dell’importanza di possedere una PEC per l’uso quotidiano: basta grattare appena sotto la superficie, esplorarne i molteplici benefici e scoprire come inserire il proprio indirizzo nell’INAD, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali, rappresenti un balzo in avanti tanto per i singoli cittadini, quanto per l’intero sistema Paese.

PEC, quali sono i vantaggi per i privati?

Possedere un indirizzo di Posta Elettronica Certificata significa ottenere numerosi vantaggi, anche se si opera in qualità di privati cittadini. Che si voglia comunicare la disdetta di un contratto, o che si desideri depositare la richiesta per la partecipazione a un concorso (per cui il possesso di una PEC è obbligatorio), oppure che si abbia la necessità di cambiare la propria residenza online o quant’altro ancora, la PEC rappresenta una scorciatoia comoda e intelligente. Ecco perché attivare una PEC è un passaggio fondamentale che abilita tutta una serie di opportunità, sulle quali poter costruire la propria dimensione di cittadino digitale avente a disposizione strumenti “smart” per interagire tanto con altri privati, quanto con le aziende o con la PA.

In primo luogo, attivare una casella PEC, come per qualsiasi altro soggetto, consente al titolare di poter inviare e ricevere comunicazioni in modo sicuro e legale. La PEC, infatti, garantisce sempre l’autenticità delle comunicazioni: ha lo stesso valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno, in quanto certifica l’integrità e l’inalterabilità dei messaggi inviati e ricevuti, e dà certezza della trasmissione e ricezione del messaggio. Questo elemento è particolarmente utile quando ci si trova a dover inoltrare documenti legali, contratti, dichiarazioni e altro ancora a professionisti (aziende, avvocati, dottori commercialisti) o alla Pubblica Amministrazione. O semplicemente, quando si devono trasmettere delle informazioni personali sensibili ad altri privati.

La sicurezza delle trasmissioni rappresenta un altro vantaggio, nonché un aspetto fondamentale nello scegliere di attivare una casella certificata. I messaggi inviati tramite PEC sono crittografati e garantiscono la riservatezza e l’integrità dei contenuti. Senza contare che ognuno di essi viene dotato di una ricevuta di avvenuta consegna, che costituisce una prova certa dell’invio e della ricezione del documento.

Un ulteriore beneficio dell’utilizzo della PEC è la tracciabilità delle comunicazioni. Ogni messaggio è dotato di un timestamp, che ne certifica la data e l’orario di invio. Ciò risulta particolarmente utile quando si deve dimostrare la tempestività nell’invio di documenti o per stabilire una sequenza temporale degli eventi. A tutto ciò si aggiunga il fatto che la PEC diventa il canale ufficiale di dialogo tra le parti, utile ad esempio quando si partecipa a un bando per l’ottenimento di contributi pubblici: la PEC del privato diventa in tal caso garanzia per lo Stato di poter inviare l’esito delle richieste ottenute, a vantaggio del richiedente e in chiara ottimizzazione delle procedure di erogazione dei contributi.

Oltre ai vantaggi diretti, l’utilizzo diffuso della PEC contribuisce anche all’efficienza e alla trasparenza delle istituzioni pubbliche. Grazie alla PEC, infatti, le comunicazioni tra cittadini e PA diventano tracciabili, riducendo il rischio di smarrimento o di manomissione dei documenti. Inoltre, l’invio e la ricezione avvengono in modo istantaneo, eliminando così tempi di spedizione e consegna tipici della posta tradizionale.

Il tutto, però, sta vivendo un’evoluzione ulteriore grazie all’istituzione dell’Indice Nazionale dei Domicili Digitali, piattaforma che rappresenta una nuova dimensione di sistema che porta la PEC al centro del rapporto tra Stato e cittadino.

I vantaggi di avere un indirizzo PEC come domicilio digitale

Una delle opportunità offerte dal possesso di una PEC è l’inserimento del proprio indirizzo nell’INAD, l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali ufficialmente attivo dal 6 giugno 2023. In sostanza, si tratta di un elenco di caselle PEC ufficiali gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e realizzato in collaborazione con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio e Infocamere, la società delle Camere di Commercio per l’innovazione digitale che ha realizzato la piattaforma. Una volta nell’Indice, ogni indirizzo ottiene lo status di ufficialità e legalità, e viene equiparato a un domicilio digitale. Questo significa che la propria casella, subito dopo, potrà essere utilizzata per ricevere comunicazioni ufficiali da parte della Pubblica Amministrazione, semplificando notevolmente le interazioni con quest’ultima.

Eleggere un domicilio è estremamente semplice: dopo aver attivato una casella PEC, basta collegarsi al sito https://domiciliodigitale.gov.it, accedendo con SPID, CIE o CNS, e inserire il proprio recapito certificato. Compiuto questo passo, si avrà la possibilità di comunicare facilmente con la PA: la PEC sarà eletta a domicilio digitale e potrà essere utilizzata per inviare e/o ricevere documenti, richieste e comunicazioni dagli enti pubblici, eliminando di fatto la necessità di doversi recare fisicamente presso gli uffici o di utilizzare la tradizionale posta cartacea. Inutile sottolineare la semplificazione che si otterrà nel disbrigo delle pratiche burocratiche e la riduzione dei tempi di attesa, potendo avere risposta a ogni richiesta con tempistiche pressoché istantanee.

Inoltre, l’INAD permette ai cittadini di liberarsi degli avvisi di consegna delle raccomandate. Le comunicazioni inviate attraverso la PEC sono considerate legalmente valide e hanno lo stesso valore delle missive con avviso di ricevimento. Ciò significa che i privati possono ricevere notifiche importanti, come per esempio quelle relative a pratiche amministrative, direttamente sulla propria casella di posta elettronica, evitandosi così l’incombenza di recarsi all’ufficio postale.

Oltre ai vantaggi individuali, l’uso della PEC e l’inserimento nell’INAD comportano anche benefici ambientali. L’eliminazione dell’invio di documenti cartacei tramite posta tradizionale riduce l’uso di carta e l’impatto ambientale associato alla produzione e allo smaltimento di documenti. Per di più, l’invio e la ricezione di comunicazioni e documenti digitali consentono di ridurre le emissioni di CO2 associate ai trasporti e alla logistica tradizionale. La sostenibilità viene a essere così un elemento integrante di un processo digitalizzato, vantaggio intrinseco a un sistema virtuoso che riduce gli sprechi a vantaggio di tutti (ambiente compreso).

Nessuna coda, nessun ufficio da raggiungere, nessun referente da cercare tra i corridoi: basta una PEC per allontanare le ombre della burocrazia e snellire i propri rapporti con la PA. L’introduzione dell’INAD è pertanto una dimensione completamente nuova, poiché consente alla PA di arrivare al cittadino in modo più comodo, senza ambiguità, senza ritardi e senza tutti i costi connessi a un sistema basato su raccomandate, ritardi ed errori. Se questa è la strada della digitalizzazione, l’INAD rappresenta un passo decisivo: la direzione è quella giusta, i vantaggi sono ampi e condivisi.

La PEC diventa europea: cosa c’è da sapere

Posta Elettronica Certificata valida in tutta Europa: a che punto è il processo di evoluzione della PEC a livello europeo, i vantaggi per i Paesi Membri, come la PEC nata in Italia acquisterà valore.

La Posta Elettronica Certificata (PEC) in Italia è ormai una realtà consolidata in grado di assicurare alle comunicazioni via email la stessa validità giuridica della raccomandata con ricevuta di ritorno, garantendo al contempo l’integrità del contenuto e l’inalterabilità dei messaggi inviati e ricevuti e dei relativi allegati.

In tema di PEC l’Italia ha fatto da pionere nell’Unione Europea dove, tra i diversi Paesi Membri, vi sono molteplici differenze. Arrivare a una Posta Elettronica Certificata valida in tutta Europa, consentirà ai cittadini, alle aziende e alle Pubbliche Amministrazioni di tutta l’Unione Europea di comunicare tra loro in modo sicuro e certo.

Questo è quanto ci si aspetta possa succedere nei prossimi mesi, andando a concludere un percorso iniziato nel 2018.

PEC valida in Europa: lo Standard ETSI e il Regolamento eIDAS

Per comprendere la strada che sta facendo la PEC, nata in Italia per evolversi e diventare uno strumento di comunicazione utilizzato da tutti gli Stati Membri dell’Unione, occorre iniziare a familiarizzare con le due sigle che spesso troveremo nel parlare di PEC valida per l’Europa: Il regolamento eIDAS e lo standard ETSI.

Per quanto riguarda l'ETSI (European Telecommunications Standards Institute) si tratta di un organismo internazionale nato nel 1988, che ha il compito di definire ed emettere gli standard che devono caratterizzare tutte le telecomunicazioni, comprese quelle via email, in Europa.

Il regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature), invece, risale al 2014 e il suo scopo è quello di dare una base normativa comune a tutta Europa per i cosiddetti "servizi fiduciari" e i mezzi di identificazione elettronica.

È chiaro quindi come queste due entità siano strettamente correlate tra loro e come, ovviamente, il Regolamento eIDAS sia stato composto nel pieno rispetto degli standard già definiti da ETSI.

Nel 2018, per la prima volta, venne manifestata la necessità di garantire piena conformità del servizio PEC al regolamento eIDAS, necessità che nel 2019 ha portato alla nascita di un gruppo di lavoro composto da gestori PEC, Uninfo e Assocertificatori, in cui sono state condivise le regole tecniche per adeguare le attuali caselle PEC ai nuovi standard europei.

Alla riunione del gruppo di lavoro si deve l'introduzione della Common Service Interface, ovvero un'infrastruttura di comunicazione in grado di garantire l'interoperabilità tra i fornitori di servizi certificati in tutta Europa, riconosciuta e accettata dal comitato tecnico ESI (Electronic Signatures and Infrastructures).

Questa ha rappresentato il fondamento per lo sviluppo di una PEC valida in tutta Europa, che si è concretizzato nel 2021, anno in cui l'ESI approva e definisce i nuovi standard ETSI per i servizi elettronici di recapito certificato qualificato (Electronic Registered Delivery Services ERDS e Registered Electronic Mail REM).

Il più recente segnale di sblocco del percorso verso una PEC valida in Europa si è avuto a giugno 2022 quando è stato pubblicato il nuovo standard ETSI EN 319 532-4, che di fatto concretizza il progetto della Posta Elettronica Certificata a livello europeo.

Lo strumento scelto per estendere l’interoperabilità della PEC oltre i confini nazionali, innalzando così la sicurezza delle comunicazioni transfrontaliere, sarà proprio la REM (Registered Electronic Mail), gergo tecnico con cui si indica la PEC valida in Europa, che altro non sarà che un’evoluzione del servizio PEC come l’abbiamo conosciuto fino ad oggi.

I requisiti di una PEC valida per l’Europa

Possiamo dire che per noi italiani gli obiettivi e i requisiti generali della PEC valida per l’Europa sono piuttosto comprensibili, soprattutto perché nel nostro Paese sono quasi 15 anni che utilizziamo la Posta Elettronica Certificata. E sarà proprio da questa base che partirà l’evoluzione.

I punti di contatto tra la PEC e la sua evoluzione europea saranno perciò molti, anche se quest’ultima presenta alcune specificità grazie alle quali il servizio PEC acquisirà un valore ancora maggiore.

Tra i requisiti della PEC valida in Europa che già conosciamo ritroviamo:

  • la certezza a valore legale dell’invio e della consegna (o mancata consegna) delle email al destinatario;
  • l’attestazione temporale dell’invio e ricezione dei messaggi;
  • la garanzia di integrità del contenuto per la quale dovrà essere possibile prevenire o individuare qualsiasi modifica non autorizzata ai dati trasmessi;
  • l’erogazione del servizio da parte di gestori accreditati, o per meglio dire nel lessico europeo “da uno o più prestatori di servizi fiduciari qualificati”;
  • standard aperti per garantire che l’insieme dei partecipanti alla REM possa incrementare nel tempo e diffondersi in modo più capillare sul territorio.

Gli elementi innovativi rispetto alla PEC come già la conosciamo, invece, riguardano l’identificazione certa dei soggetti che partecipano alla trasmissione dei messaggi tramite meccanismi di autenticazione affidabili e condivisi e standard di sicurezza rafforzati per il servizio PEC, con l’adozione di ulteriori livelli di controllo e autorizzazioni specifiche per l’accesso e la gestione del servizio.

È così quindi che la nostra PEC si sta avviando verso l’Europa, un successo per un servizio 100% made in Italy, che rafforza così la sua valenza di strumento di comunicazione semplice ed efficiente in grado di offrire elementi di sicurezza e garanzia legale all’intero sistema di comunicazione unitario.

Ministero dell’interno: i concorsi in scadenza per vice ispettore tecnico del ruolo degli ispettori tecnici della Polizia di Stato

Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica – 4ª serie speciale, concorsi ed esami n. 54 del 8 luglio 2022 sono stati pubblicati 4 nuovi concorsi pubblici per la copertura dei seguenti posti:

  • ventiquattro (24) posti di vice ispettore tecnico del ruolo degli ispettori tecnici della Polizia di Stato nel settore di impiego equipaggiamento;
  • dodici (12) posti di vice ispettori tecnici del ruolo degli ispettori tecnici della polizia di Stato del settore di impiego psicologia;
  • dodici (12) posti di vice ispettore tecnico del ruolo degli ispettori tecnici della Polizia di Stato nel settore di impiego polizia scientifica;
  • cinquanta (50) posti di vice ispettore tecnico del ruolo degli ispettori tecnici della Polizia di Stato nel settore motorizzazione.

Ente che ha bandito i concorsi: Ministero dell’Interno
Scadenza di presentazione delle domande: 7 agosto 2022
Link ai bandi:
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-08&atto.codiceRedazionale=22E08752

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-08&atto.codiceRedazionale=22E08753

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-08&atto.codiceRedazionale=22E08754

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-08&atto.codiceRedazionale=22E08755

Possono partecipare alle selezioni coloro che sono in possesso di titoli di studio che se, diplomi di laurea laurea magistrale o titoli equiparati o equipollenti, devono essere conseguiti presso una Università della Repubblica italiana o un Istituto d'istruzione universitaria equiparato.

Le domande di partecipazione ai singoli concorsi devono essere compilate e trasmesse utilizzando esclusivamente la procedura informatica disponibile all'indirizzo https://concorsionline.poliziadistato.it (dove si dovrà cliccare sull'icona «Concorso pubblico»).

A quest’ultima procedura informatica, il candidato potrà accedere attraverso i seguenti strumenti di autenticazione:
a.    sistema pubblico di identità digitale (SPID), con le relative credenziali (username e password), che dovrà previamente ottenere rivolgendosi a uno degli identity provider accreditati presso l'Agenzia per l'Italia digitale (A.G.I.D.), come da informazioni presenti sul sito istituzionale www.spid.gov.it
b.    sistema di identificazione digitale «Entra con CIE» con l'impiego della CIE (Carta di identità elettronica), rilasciata dal Comune di residenza.

Il concorso si articola nelle seguenti fasi:
a)    prova preselettiva, qualora sia disposta (nel caso in cui il numero delle domande di partecipazione sia complessivamente superiore alle 5.000);
b)    accertamenti psico-fisici;
c)    accertamento attitudinale;
d)    prova scritta;
e)    valutazione dei titoli dei candidati che abbiano superato le prove precedenti;
f)    prova orale.

Concorso per 4189 allievi carabinieri in ferma quadriennale

Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica – 4ª serie speciale, concorsi ed esami n. 55 del 12 luglio 2022 è stato pubblicato un nuovo concorso pubblico, per esami e titoli, per il reclutamento di quattromilacentottantanove allievi carabinieri in ferma quadriennale
Ente che ha bandito il concorso: Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
Scadenza di presentazione della domanda: 11 agosto 2022
Link al bando:
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2022-07-12&atto.codiceRedazionale=22E09009

I posti a concorso sono così ripartiti:
a) 2.910 riservati, ai sensi dell'art. 703 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ai volontari in ferma prefissata di un anno (VFP1) e ai volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4), in servizio;
b) 1.247 riservati, ai sensi degli articoli 703, 706 e 707, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ai cittadini italiani che non abbiano superato il ventiseiesimo anno di età; il limite massimo d’età è elevato a ventotto anni per coloro che abbiano già prestato servizio militare;
c) 32 (di cui 22 tratti dai VFP e 10 tratti dai civili) riservati, ai sensi del decreto legislativo 21 gennaio 2011, n. 11, ai candidati in possesso dell'attestato di bilinguismo di cui all'art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752 e successive modificazioni.

La domanda di partecipazione al concorso deve essere presentata esclusivamente on-line, avvalendosi della procedura disponibile nell'area concorsi del sito ufficiale dell'Arma dei carabinieri (www.carabinieri.it).

Per poter presentare la domanda di partecipazione è necessario, munirsi per tempo di uno tra i seguenti strumenti di identificazione:
a.    credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) con livello di sicurezza 2 che consentano l'accesso ai servizi on-line della pubblica amministrazione attraverso l'utilizzo di nome utente, password e la generazione di un codice temporaneo (one time password). Le istruzioni per il rilascio di SPID sono disponibili sul sito ufficiale dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) all'indirizzo www.spid.gov.it;
b.    idoneo lettore di smart-card installato nel computer per l'utilizzo con carta nazionale dei servizi (CNS) precedentemente attivata presso gli sportelli pubblici preposti, i quali provvedono a rilasciare un PIN.

Lo svolgimento del concorso prevede l'effettuazione di:
a.    prova scritta di selezione;
b.    prova di efficienza fisica;
c.    accertamenti psicofisici per la verifica dell’idoneità psicofisica;
d.    accertamenti attitudinali;
e.    valutazione dei titoli.

I candidati giudicati idonei al termine di tutte le prove saranno iscritti in quattro distinte graduatorie finali di merito, le quali saranno formalizzate non appena terminato ciascun iter concorsuale.

Le graduatorie, una per ciascuna delle categorie indicate, saranno formate sommando al punteggio conseguito nella prova scritta di selezione gli incrementi previsti per la prova di efficienza fisica, gli accertamenti psicofisici, la mancanza di tatuaggi e per la valutazione dei titoli.

Forfettari, dal 1° luglio obbligo di fattura elettronica

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi […] ha approvato un decreto legge che introduce ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”: così il Governo ha annunciato l’approvazione di un testo che ancora non è disponibile in versione ufficiale, ma dalla cui bozza trapelano grosse novità per le Partite IVA in regime forfettario.

Per tutti coloro i quali hanno scelto questo regime fiscale, infatti, viene per la prima volta introdotto l’obbligo della fatturazione elettronica. Un piccolo cambio formale, insomma, ma che impatta su qualcosa come 1,5 milioni di Partite IVA in tutta Italia.

Fattura Elettronica per i forfettari

Il regime forfettario è una opzione di comodità e vantaggio per tutti coloro i quali hanno scelto la flat tax al 15%: si tratta di una scelta accessibile per ogni Partita IVA che possa contare su un reddito annuo fino a 65 mila euro ed alla quale molti piccoli professionisti hanno aderito per poter semplificare la contabilità, ridurre l’imposizione fiscale e poter concentrare il proprio tempo più sul lavoro che non sulla burocrazia della contabilità fiscale.

Sebbene per tutte le aziende vi fosse ormai da tempo l’obbligo di fatturazione elettronica, per il regime forfettario questo vincolo non era ancora scattato. Si trattava di una scelta coerente con un regime che voleva semplificare la gestione della Partita IVA, ma a distanza di anni l’inerzia del cambiamento è venuta meno: oggi, anzi, è ben più utile e vantaggioso portare tutte le Partite IVA verso la fatturazione elettronica ed evitare il doppio canale.

Molti aspetti già suggerivano ai forfettari di propendere per la fatturazione elettronica adeguandosi allo standard di ogni altra azienda: favorisce la gestione dell’archivio fatture, permette un più semplice abbinamento tra fatture e pagamenti, allinea le procedure a quelle di altre aziende da cui si compra o si acquista (e che da tempo non utilizzano più il cartaceo). Ora quel che era opportuno diventa obbligatorio: dal 1 luglio anche le Partite IVA in regime forfettario dovranno dotarsi di quanto necessario per produrre fatture elettroniche invece di fatture tradizionali cartacee.

Tutto come previsto, insomma: da tempo questa misura era nell’aria per ampliare ulteriormente gli spazi utili per controlli fiscali facilitati ed il tutto trova ora concretezza nel quadro degli adempimenti previsti in ottica PNRR. Compresi nel provvedimento vi sono anche le Associazioni Sportive Dilettantistiche e gli enti del terzo settore: per tutte queste categorie il 2022 sarà dunque a gestione promiscua con 6 mesi in fattura tradizionale e 6 mesi in fattura elettronica, per poi approdare al 2023 completamente allineati sul nuovo regime.

L’unica deroga emersa dal testo è relativa ai professionisti in regime forfettario che non superino i 25 mila euro di ricavi o compensi. Fino al 2024 potranno restare sulle modalità tradizionali in virtù del basso volume d’affari registrato, ma è in ogni caso consigliabile per tutti partire con la nuova modalità: è un punto fermo della gestione fiscale del futuro e nessuna Partita IVA può ignorare questo inevitabile cambio di paradigma.

Per tutti i forfettari che hanno ora due mesi di tempo per passare alla fatturazione elettronica, la CFPS, partner di Danea Soft, mette a disposizione un software dedicato che semplifica la vita e migliora il lavoro. Per qualsiasi Partita IVA sarà immediata la comprensione di quanto la digitalizzazione di questi processi possa facilitare e velocizzare molte pratiche e regalare quindi tempo e performance alla propria attività.

Se non ha il bollino verde non è vera fibra

Se non ha il bollino verde, non è vera fibra. Sebbene le cose da sapere sulle differenti soluzioni tecnologiche disponibili siano molte, al consumatore finale è sufficiente questa elementare indicazione iconica con cui l'AGCOM ha voluto fare chiarezza una volta per tutte e sgombrare il mercato da operazioni di marketing che avrebbero potuto generare confusione.

La fibra è una cosa seria, insomma, e quando un utente acquista un servizio di connettività in fibra ha il dovere di verificare che il bollino sia corretto: se non si tratta di bollino verde, allora significa che si sta andando incontro ad un compromesso e che le performance che se ne otterranno non sono quelle della vera fibra.

Per maggiore chiarezza: la Fibra di Aruba è etichettata con bollino verde dal semaforo AGCOM: nelle spiegazioni seguenti sarà chiaro perché ciò rappresenti il massimo valore possibile per la comprensione delle performance raggiungibili.

Bollino verde, bollino giallo, bollino rosso

Bollino verde

Bollino verde (e lettera “F”) significa che si è di fronte ad una connessione FTTH (Fiber to the Home), ossia una linea in fibra fino all'abitazione. Nessun compromesso, nessuna interruzione, nessuna tecnologia alternativa e complementare: solo ed unicamente fibra, per servire le massime performance possibili.

Bollino giallo
Bollino giallo (e lettera “FR”) significa che si è di fronte ad una duplice possibilità: una connessione mista Fibra-Rame o una connessione mista Fibra-Radio. La differenza sta nel cosiddetto “ultimo miglio”, ossia il tipo di tecnologia utilizzata nell’ultima tratta verso l’abitazione. Quando questo completamento non è in fibra, infatti, viene a crearsi un inevitabile collo di bottiglia che rallenta le performance sulla base delle limitazioni tecniche tanto del doppino in rame, quanto dell’FWA. In prospettiva quest’ultima tratta potrà essere implementata in 5G, riducendo così l’impatto di un ultimo miglio senza fibra, ma ad oggi i compromessi sono al ribasso in termini di performance e ciò fa meritare a questa configurazione un bollino giallo.

Bollino rosso

Bollino rosso (e lettera “R”) significa l’uso di Rame o Radio, due tecnologie scevre completamente di Fibra e dunque impossibilitate a fornire performance all’altezza. Fanno parte di questa categoria le vecchie e diffusissime ADSL, vero e proprio pantano in cui si è arenata la connettività italiana per troppi anni.

ADSL, FTTC/FWA, FTTH

Distinguere tra le diverse tipologie di connessione (partendo chiaramente dall’intuitività dei bollini colorati voluti dall’AGCOM) significa comprendere il significato delle varie sigle proposte dagli operatori e, di conseguenza, le performance realmente raggiungibili.

L’obiettivo dell’Italia è quello di allontanarsi dal bollino rosso dell’ADSL, che in condizioni ottimali può arrivare a 20Mbps (e la semplice distanza dalla centrale di derivazione deprime progressivamente le performance in modo irrimediabile).

L’approdo all’FTTH ed al bollino verde è chiaramente la massima ambizione, ed a questo si sta lavorando con il Piano Italia a 1 Giga. Proprio quota 1 Gbps è infatti l’orizzonte ideale a cui la tecnologia può oggi portare la connettività nelle case e nelle aziende. FTTH significa istantaneità, streaming, latenza annullata, qualità ai massimi livelli.

Le soluzioni che aprono al bollino giallo (FTTC o FWA, ossia Fiber to the Cabinet e Fixed Wireless Access) sono compromessi che risolvono i guai dell’ultimo miglio cercando di arrivare rapidamente ad una soluzione accettabile di velocità e performance. In questi casi la velocità raggiungibile è nell’ordine dei 100/300Mbps, decisamente al di sotto rispetto a quel che la fibra potrebbe offrire. In tal senso l’opinione dell’Autorità antitrust è stata però chiara: attenzione alle soluzioni che non aprono ad un reale salto di qualità, poiché potrebbero diventare il collo di bottiglia di domani. Sia le politiche di investimento che le scelte dei cittadini siano quindi orientate in questa direzione, poiché è solo nella vera connessione in pura fibra “FTTH” che è possibile attingere alla banda Ultralarga.

FTTH FTTC

Solo il bollino verde è vera fibra

Gran parte dell’Italia è in bollino rosso, ma c’è una fascia di bollini gialli che sta tentando di mettere un piede nel futuro. E poi c’è Open Fiber, l’operatore che ha portato il bollino verde in più di 2500 comuni e che sta lavorando per aumentare ulteriormente la copertura del Paese con una linea FTTH. Fibra al 100%, per innervare l’Italia intera con una rete ad alte performance ed in grado di connettere davvero la provincia con il mondo e viceversa. Con Open Fiber (sulle cui infrastrutture è veicolato il servizio della Fibra di Aruba) non c’è compromesso alcuno: la velocità è quella massima garantita da una connessione al 100% in fibra, proiettata al raggiungimento di quel “1 Gbps” che per molti rimane ad oggi ancora un apparente miraggio.

L’AGCOM non ha messo in piedi soltanto il cosiddetto “semaforo”, utile a comprendere con un semplice colpo d’occhio il tipo di connessione che si sta scrutinando, ma ha anche dettato chiare regole per i lavori di infrastrutturazione presso condomini, cortili e aree comuni. L’obiettivo era quello di creare standard operativi che potessero velocizzare il cablaggio in queste situazioni, favorendo le autorizzazioni necessarie e la valutazione degli oneri correlati. Nessun ostacolo deve infatti più frapporsi tra le ambizioni del Paese e la messa a terra delle dorsali e dei terminali: la fibra sta per arrivare ovunque ed i piani di investimento, nutriti dal fondamentale aiuto del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza per la costruzione della Gigabit Society, ne saranno volàno fondamentale.

Concorso segretari comunali: necessaria una PEC per iscriversi

Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica – 4ª serie speciale, concorsi ed esami n. 89 del 9 novembre 2021 è stata pubblicata una selezione molto interessante: il concorso pubblico, per esami, per l’ammissione di quattrocentoquarantotto borsisti al corso-concorso selettivo di formazione per il conseguimento dell'abilitazione richiesta ai fini dell'iscrizione di trecentoquarantacinque segretari comunali nella fascia iniziale dell'Albo nazionale dei segretari comunali e provinciali.

Ente che ha bandito il concorso: Ministero dell’interno
Scadenza di presentazione della domanda: 9 dicembre 2021
Link al bando di concorsohttps://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-11-09&atto.codiceRedazionale=21E12576

Per partecipare alla selezione è necessario essere in possesso di una delle seguenti lauree magistrali (o di altro titolo alle stesse equiparato):

  • LM-56 Scienze dell'economia;
  • LM-77 Scienze economico-aziendali;
  • LMG/01 Giurisprudenza;
  • LM-87 Servizio sociale e politiche sociali;
  • LM-52 Relazioni internazionali;
  • LM-62 Scienze della politica;
  • LM-63 Scienze delle pubbliche amministrazioni;
  • LM-81 Scienze per la cooperazione allo sviluppo;
  • LM-88 Sociologia e ricerca sociale;
  • LM-90 Studi europei.

La domanda di ammissione al concorso deve essere inoltrata solo per via telematica e compilando l’apposito modulo elettronico sul sistema “Step-One 2019” (reperibile su Internet all’indirizzo «https://app.scanshareservice.it/albo-nazionale-segretari/coa2021»).

Nella domanda di partecipazione alla selezione i candidati devono obbligatoriamente indicare un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) personalmente intestato.

I candidati dovranno sostenere due prove scritte e una prova orale, oltre ad una prova preselettiva.

La prima prova scritta avrà ad oggetto argomenti di carattere giuridico, con specifico riferimento al diritto costituzionale e/o diritto amministrativo e/o ordinamento degli enti locali e/o diritto privato, mentre la seconda verterà su argomenti di carattere economico e finanziario-contabile, con specifico riferimento ad economia politica, scienza delle finanze e diritto finanziario e/o ordinamento finanziario e contabile degli enti locali, nonché management pubblico.

La prova preselettiva consisterà nella risoluzione di 70 quesiti a risposta multipla tesi a valutare la conoscenza delle materie oggetto delle prove scritte e orali, nonché dell'uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche maggiormente diffuse, della lingua inglese e del ragionamento logico, deduttivo e numerico.

Se non si dispone di una P.E.C. personale, puoi procedere alla richiesta di attivazione cliccando qui.

Concorso INPS per 1858 posti: necessaria una PEC per iscriversi

Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica – 4ª serie speciale, concorsi ed esami n. 78 del 1° ottobre 2021 è stata pubblicata una selezione molto interessante: il concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di milleottocentocinquantotto posti di consulente protezione sociale, area C.

Ente che ha bandito il concorso: Istituto nazionale della previdenza sociale
Scadenza di presentazione della domanda: 2 novembre 2021
Link al bando di concorsohttps://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2021-10-01&atto.codiceRedazionale=21E11068

La selezione si rivolge ai candidati in possesso di una laurea magistrale/specialistica (o di diploma  di  laurea «vecchio ordinamento») in una delle seguenti discipline: finanza, ingegneria gestionale, relazioni  internazionali, scienze dell'economia, scienze della politica, scienze delle  pubbliche  amministrazioni, scienze economiche per l'ambiente  e  la  cultura,  scienze economico-aziendali, scienze per la cooperazione  allo sviluppo, scienze  statistiche, metodi  per l'analisi  valutativa dei sistemi  complessi,  statistica demografica e sociale, statistica  economica finanziaria  ed attuariale, statistica per  la ricerca sperimentale, scienze statistiche  attuariali e  finanziarie, servizio sociale e politiche sociali, programmazione e gestione  delle politiche e dei servizi sociali, sociologia e ricerca  sociale, sociologia, metodi  per  la  ricerca  empirica  nelle scienze sociali, studi europei, giurisprudenza, teoria  e  tecniche  della  normazione e dell'informazione giuridica.

I concorrenti possono inoltrare la loro candidatura esclusivamente per via telematica compilando il modulo elettronico e utilizzando l’applicazione disponibile all’indirizzo «www.inps.it».

Nella domanda di partecipazione alla selezione deve essere obbligatoriamente indicato un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) personalmente intestato al candidato; al predetto indirizzo, infatti, la Pubblica Amministrazione invierà tutte le comunicazioni inerenti al concorso. In questa pagina puoi procedere all'acquisto e successivamente all'attivazione della tua PEC.

I candidati dovranno sostenere due prove scritte e una orale: nella prima prova scritta saranno valutate le conoscenze nelle seguenti materie: bilancio e contabilità pubblica, pianificazione, programmazione e controllo e organizzazione e gestione aziendale, diritto amministrativo e costituzionale, diritto del lavoro e legislazione sociale. La seconda, invece, avrà ad oggetto scienza delle finanze, economia del lavoro, elementi di economia politica, diritto civile ed elementi di diritto penale.

I concorrenti, nel corso della prova orale, dovranno dimostrare le loro conoscenze nelle materie già indicate nelle prove scritte nonché in inglese ed informatica.

Se il numero delle domande di partecipazione pervenute sarà superiore a 25000, sarà espletata anche una prova preselettiva consistente nella risoluzione di quesiti a risposta multipla di carattere psicoattitudinale, logica, lingua inglese e cultura generale.

Nella votazione finale raggiunta da ciascun candidato avranno un ruolo importante anche i titoli dallo stesso posseduti; infatti, in questa selezione vengono assegnati fino ad un massimo di 30 punti per la valutazione dei seguenti titoli:

  • voto con cui è stata conseguita la laurea che consente l’accesso al concorso;
  • master di secondo livello in una delle materie attinenti al profilo del bando;
  • dottorato relativo ad una delle materie attinenti alla selezione;
  • ulteriore laurea magistrale fra quelle rilevanti per l’accesso al concorso;
  • certificazione di conoscenza informatica almeno a livello base;
  • certificazione - in corso di validità - di conoscenza della lingua inglese pari almeno al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento.

Fattura elettronica per il regime forfettario: possibile obbligo in arrivo dal 2022

Le partite IVA in regime forfettario, a lungo rimaste escluse dall’obbligo di fatturazione elettronica, potrebbero veder cambiare la propria situazione a partire dal prossimo anno.

Possibile novità in arrivo per le circa 1,5 milioni di partite IVA in regime forfettario: a partire dal 2022 il Governo potrebbe estendere l’obbligo di fatturazione elettronica anche a chi usufruisce del regime agevolato “a forfait”. Potrebbero essere coinvolti, in pratica, anche le realtà con volumi di affari al di sotto dei 65.000 euro in regime forfettario, per cui era prevista solo l’adesione su base volontaria in cambio della riduzione di un anno dei termini di decadenza per gli avvisi di accertamento fiscale (Da 5 a 4 anni). Erano rimaste escluse dall’obbligo anche le associazioni e le società sportive dilettantistiche e sembra che per queste l’esenzione possa permanere.

Conferma del Regime Forfettario nel 2022, ma con fatturazione elettronica

Abbandonate definitivamente le proposte sull’abolizione del regime forfettario, il Governo sembra adesso convinto della sua necessaria conferma a patto che si riescano ad adottare misure opportune per ridurre e controllare l’evasione fiscale.

Introdotta inizialmente solo per i rapporti con la Pubblica Amministrazione, dal 1° gennaio 2019 la fatturazione elettronica è stata estesa anche a una quota importante di operatori economici come misura di contrasto all’evasione nelle transazioni tra privati. I risultati sono stati così incoraggianti da spingere gli organi competenti a valutare una sua ulteriore estensione e, già dallo scorso aprile, la direttrice generale delle Finanze, Fabrizia Pecorella, ha presentato la proposta dell’esecutivo da sottoporre all’approvazione di Bruxelles.

Fattura elettronica per i forfettari: i vantaggi per i contribuenti e la Pubblica Amministrazione

Questa ipotesi di riforma permetterebbe allo Stato italiano di proseguire il suo percorso di digitalizzazione del Fisco come contromisura al fenomeno delle frodi e dell’evasione fiscale. L’obiettivo è quello di realizzare una Pubblica Amministrazione più snella, rapida ed efficiente con un archivio digitale aggiornato, sicuro e facile da consultare.

Per quanto riguarda i contribuenti, invece, il Governo rileva che la fatturazione elettronica non ha portato particolari criticità agli operatori economici fino ad oggi coinvolti (se si ignorano le naturali difficoltà delle prime settimane di estensione). Imprese e professionisti hanno facilmente adottato la nuova modalità utilizzando software di fatturazione elettronica e gestionali.

La progressiva digitalizzazione dei processi, inoltre, ha aiutato le aziende a snellire molto la burocrazia interna con meno sprechi di tempo e una migliore gestione dei documenti. I dati sulle transazioni gestite sono molto interessanti e nel 2020 la fattura elettronica ha coperto più di 2 miliardi di gettito fiscale.

Molte sono inoltre le partite IVA forfettarie che, pur non essendo obbligate, hanno deciso di aderire su base volontaria alla fatturazione elettronica.

E-fattura, la situazione attuale: i vantaggi per chi aderisce su base volontaria

In vista della possibile estensione dell’obbligo, ricordiamo che ai contribuenti in regime forfettario è già consentita l’adesione su base volontaria alla fatturazione elettronica. La scelta verso questa direzione è incentivata da una serie di vantaggi significativi che possono migliorare sensibilmente la gestione del business.

Fatturazione elettronica, i vantaggi percepiti dai forfettari:

  • Accertamenti fiscali
    Riduzione da 5 a 4 anni dei tempi di accertamento per chi emette soltanto fatture elettroniche. È prevista anche un’ulteriore riduzione da 5 a 3 anni per i casi in cui i forfettari utilizzino anche strumenti di pagamento tracciati per operazioni di ammontare superiore a 500,00 euro.
  • Conservazione sostitutiva
    Risparmio notevole sui costi stampa e la conservazione dei documenti. L’Agenzia delle Entrate mette anche disposizione gratuitamente un servizio dedicato.
  • Contabilità più semplice
    La contabilizzazione dei dati è più semplice e il rapporto con il consulente molto più rapido. Il commercialista è oggi sempre più digitale ed in grado di interagire molto più rapidamente con gli imprenditori che adottano nuovi strumenti come fatturazione elettronica e software gestionali. Basti pensare che l’acquisizione di una fattura sotto forma di file xml favorisce e velocizza le operazioni di trasmissione dei dati con meno costi, errori e senza fastidiose fotocopie.
  • Gestione dei rapporti
    Migliore gestione dei rapporti tra clienti e fornitori per il controllo dei pagamenti e non solo. Inoltre, non sono assolutamente da trascurare le agevolazioni dei rapporti con i soggetti obbligati come le imprese che si trovano in regime ordinario o semplificato. I forfettari che adottano su base volontaria la fatturazione elettronica possono dialogare da pari con i soggetti obbligati dal momento che adottano lo stesso sistema.
  • Semplificazioni gestionali
    Adottando la fatturazione elettronica e utilizzando un buon software di fatturazione come Easyfatt, sarai in grado di mettere ordine nella gestione della tua attività in modo semplice e veloce. Avrai la possibilità di gestire rapidamente preventivi, anagrafiche, fatture proforma senza perdere troppo tempo con documenti cartacei, file xml o docx. In pochi click potrai trasformare preventivi in fatture ed emettere quelle elettroniche.

Windows 11: potrebbe essere rilasciato il 20 ottobre

L'indizio postato su Twitter, ufficialità a breve

Da Microsoft arriva un forte indizio sulla data di rilascio di Windows 11, il nuovo sistema operativo per computer. Il gruppo ha infatti pubblicato un tweet che mostra semplicemente la schermata iniziale del sistema, con un particolare che non è sfuggito a molti, in modo particolare al sito Betanews.

Si vede infatti, in basso sulla barra delle applicazioni, un orario e una data ben precisi.

Le icone riportano infatti il 20 ottobre alle ore 11:11. Difficile si tratti di una casualità, visto che già nei mesi scorsi Microsoft ha utilizzato il particolare numero per riferirsi al prossimo OS. E poi, perché indicare proprio il 20 ottobre e non un qualsiasi giorno di agosto? Secondo quanto affermato da Zac Bowden di Windows Central, Microsoft potrebbe annunciare la data di rilascio entro un paio di settimane. Il colosso di Redmond aveva già dichiarato che Windows 11 sarà rilasciato in tempo per le festività natalizie, senza però fornire un riferimento temporale specifico. Windows 11 è disponibile per i beta tester da un paio di mesi e, sebbene il sistema operativo sembri stabile, manca ancora di diverse funzionalità chiave annunciate in anteprima. Tra queste, il supporto per le app Android, una delle funzioni più richieste dagli utenti, svelata a giugno durante l'evento online dedicato.

Tornando ad un antenato di Windows 11, in questi giorni Microsoft ha pubblicato in Giappone la Windows XP 20th Anniversary Edition, un pacchetto celebrativo del ventennale dello storico sistema operativo. Al suo interno, cd commemorativi delle edizioni precedenti, privi dell'OS, e altre chicche da collezione, come francobolli e adesivi.